Rappresentazione dell'Informazione - Lezione in semi-presenza

Lezione in semi-presenza

1. Rappresentazione: essenza

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Cos’è la rappresentazione? Parlando di rappresentazione bisogna far riferimento ad altri due concetti. Ciò che si rappresenta e l’elemento con cui lo rappresentiamo. L’oggetto da rappresentare può esser chiamato significato, mentre il simbolo semplice o complesso che lo rappresenta può venir chiamato significante. Possono essere chiamati con il nome di significante e significato.

Mario è un nome, ma è anche un simbolo che ci serve per parlare di quella determinata persona.

Oltre al significante e al significato, c’è un terzo elemento che è l’immagine mentale che noi abbiamo di questa persona. Questo terzo elemento prende il nome di senso. Il senso è quello che uno ha in testa che serve per parlare di un individuo specifico.

Guardando due figure diverse: la prima con degli uomini che suonano (la tromba…) e la seconda con una sola nota musicale, comprendiamo immediatamente che una (la prima) è più espressiva perché ci da l’informazione sulla musica che si sta suonando addirittura (musica jazz). Entrambi sono simboli, ma li differenzia l’espressività.

Il significante è il simbolo, il significato è il referente.

Altro elemento da prendere in esame è l’arbitrarietà: vediamo due figure di cani di razze diverse. In italiano questi animali si chiamano cani, ma in inglese si chiamano dogs e così via (hanno un nome diverso per ogni lingua). Tutte le parole sono delle convenzioni, ma perché si è scelta proprio questa parola per indicare questo animale? Non c’è nessuna ragione per la quale quest’animale si chiama cane. Tranne alcuni rarissimi casi, non c’è nessuna parola che ha ragion d’essere, in qualsiasi lingua, si tratta di convenzioni (come affermano anche i linguisti).

Le convenzioni basta stabilirle e comunicarle.

Neppure le onomatopeiche hanno una ragione d’esistere poiché si differenziano tra un Paese e gli altri.

Questo è un vantaggio perché se le parole non hanno nessuna regola per esistere, possiamo cambiarle e crearne delle nuove, basta che ci si mette d’accordo (si era tentato di creare un linguaggio universale). L’unica parola uguale in tutte le lingue è “ mamma”.