Rappresentazione dell'Informazione - Lezione in semi-presenza
4. Cosa si vuole rappresentare in un algoritmo?
Si vogliono rappresentare i dati e le istruzioni (cosa vogliamo fare). Per farlo scegliamo la rappresentazione simbolica in quanto è l’unica che ci consente di giustapporre simboli l’uno all’altro, perciò si può dire che sia componibile.
E’ possibile rappresentare tutto con i numeri? Se ciò fosse possibile avremo bisogno solo di due numeri ovvero lo 0 e 1 (codice binario)?
Se esistono dei simboli essi sono ordinabili. Una volta ordinati possono essere associati a dei numeri.
Un numero deve essere composto di cifre che devono essere messe in sequenza. Per parlare dei numeri usiamo un codice formato da cifre (0 1 2…).
Esistono modi differenti per rappresentare i numeri. Alcuni hanno come alfabeto di cifre quelli che abbiamo visto. Esistono dei significati che sono i valori dei numeri e sono staccati dai significanti.
Esiste una funzione che ci permette di passare dal significante al significato e questa funzione la chiamiamo valore.
La scorsa volta avevamo visto l’ambiguità e la ricchezza espressiva, entrambe caratteristiche delle lingue storico-naturali.
Per poter fare delle cose con un linguaggio e volendo dare un ordine con questo linguaggio, bisogna che il linguaggio in questione non sia ambiguo. Perciò occorre inventarsi un modo per parlare non ambiguamente.
Quindi, mentre l’ambiguità è un vero problema quando si parla con la macchina, la ricchezza espressiva è un “arricchimento” perché l’importante è non essere ambigui, se poi il concetto o l’input da dare alla macchina lo si esprime in diversi modi, questo non è un problema. Anzi, è un vantaggio avere la ricchezza espressiva perché si esprime lo stesso concetto in diversi modi secondo chi lo deve sentire.
Uno degli scopi dell’informatica è costruire lingue che siano non ambigue.